“Mio nonno ne aveva uno tutto consumato
chissà quante cose aveva tagliato.
Eppure lo teneva come fosse un tesoro
era solo un coltello, non era d’oro.
Ci teneva come fosse un amico.”
Anonimo vernantino

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Il coltello Vernantin è un prodotto artigianale caratteristico di Vernante, si tratta di un coltello a serramanico interamente lavorato a mano con l’impugnatura in corno o legno.

Nella prima metà dell’Ottocento Vernante era considerata la “capitale dei coltelli”. Si stima che fossero più di venti i “cutlé”, i coltellinai che si dedicavano a tempo pieno a questa attività artigianale producendo centinaia di pezzi che raggiungevano tutti i mercati d’Italia. Non c’era agricoltore, pastore o vignaiolo nel Cuneese che non ne tenesse uno in tasca e il mercato era così florido che si riusciva a malapena a soddisfare le richieste. Il Vernantin non è mai stato un semplice coltello, ma rappresentava una parte integrante della vita degli uomini, che lo usavano per lavorare in campagna, per tagliare il pane e il formaggio e anche per radersi.

La produzione dei Vernantin richiede pazienza e precisione. La prima operazione è la lavorazione della lama, ricavata da un unico pezzo d’acciaio di recupero (soprattutto quello delle molle) e modellata nella forgia a carbone. Quando l’acciaio è rovente viene battuto sull’incudine e a poco a poco appare il contorno della lama, che viene tagliata con un colpo netto alla lunghezza prescelta. Con un timbro viene stampato il nome dell’artigiano sulla lama ed inciso un incavo che consente di sollevarla con l’unghia del pollice. Terminata questa prima fase, la lama viene nuovamente posta nella forgia per la “cottura”, per poi essere limata fino ad assumere la forma desiderata: a costa lineare, sagomata o ricurva. In seguito si procede alla smerigliatura, alla punzonatura, alla foratura ed alla tempra dell’acciaio per rendere il coltello ancora più resistente: la lama incandescente viene immersa in una vaschetta d’olio industriale fino al completo raffreddamento. Una volta pulita, la lama viene scaldata ancora una volta (il “rinvenimento”, che dona elasticità all’acciaio), per poi passare all’affilatura con la mola ad acqua e alla lucidatura.

Forgiatura e tempra assicurano la funzionalità del prodotto, ma l’aspetto più curioso è la lavorazione del manico, rigorosamente ricavato da corna stagionate di bue o di montone, svuotate del midollo e segate a pezzi, anche se si trovano anche esemplari con il manico in legno, esclusivamente di bosso delle valli cuneesi. La vera originalità del Vernantin sta nella “broca”, l’arresto ricavato dalla lama stessa, a forma di testa di chiodo che rientra, a coltello aperto, in un incavo praticato sul dorso del manico.

L’epoca dei coltellinai professionisti è oramai soltanto un ricordo, anche se la produzione continua grazie alla passione ed all’impegno degli ultimi artigiani che si dedicano nel tempo libero a questa attività.